L’Unione Europea ha imposto un traguardo da raggiungere per azzerare le emissioni in atmosfera e salvare così il pianeta Terra: nasce quindi la CO2lizione Italia
Ad oggi, uno dei temi più caldi e delicati in termini di inquinamento e sostenibilità riguarda la cosiddetta “neutralità climatica”. In parole povere, si tratta di impegnarsi a fare tutto il possibile per non danneggiare ulteriormente l’ambiente, sperando così di salvare il nostro Pianeta da un lento e spaventoso declino.
Quali sono gli step da seguire? E gli obiettivi? E le date di scadenza?
Di seguito è riassunto tutto ciò che devi sapere.
Neutralità climatica: cos’è e come si raggiunge
Per “neutralità climatica” si intende quel traguardo fissato dall’Europa, per tutte le principali città ed entro il 2050, volto ad un netto miglioramento della situazione ambientale. D’altronde, un immediato ed efficace cambio di rotta in termini di sostenibilità, energie rinnovabili ed inquinamento è necessario.
Per farla breve, gli esperti hanno individuato il raggiungimento delle emissioni zero come step fondamentale per salvare il pianeta Terra. Come? Un’azienda, o ancora meglio un paese, raggiunge l’obiettivo di neutralità climatica quando la sua attività non causa emissioni in atmosfera, e quindi non impatta in maniera dannosa sull’ambiente.
Già da anni si intravedono i primi miglioramenti, ma siamo solo all’inizio: questi piccoli risultati non bastano. Le statistiche riportano infatti come sia necessario che la maggior parte delle imprese debba almeno raddoppiare il ritmo di riduzione delle emissioni per i prossimi 10 anni, per poi accelerare ancora ed arrivare al punto zero entro proprio metà secolo.
Il tempo ancora c’è, per l’esattezza 28 anni, ma la strada appare molto complessa. Occorre agire in fretta, nella maniera corretta e, soprattutto, tutti insieme. La sfida è ambiziosa e tutti i paesi devono fare la loro parte, con le principali aziende che ovviamente sono e devono rimanere in prima linea.
La neutralità climatica in Italia: a che punto siamo
Nell’aprile 2022, il Green City Network della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Gestore dei Servizi Energetici ha svolto un’indagine su diverse città italiane di differenti dimensioni e densità abitativa. Da questa analisi emerge che solo il 4% delle città italiane ha inserito fra le priorità il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. In generale, secondo i dati, l’Italia intera dimostra un livello di reattività troppo basso e lento rispetto agli obiettivi ambientali imposti dall’Europa.
E quindi come fare?
Concretamente, è necessario intervenire su più fronti con molteplici progetti a 360°: dalla mobilità elettrica all’efficienza energetica, dalla gestione dei rifiuti allo sviluppo delle aree verdi. Purtroppo però, nella maggior parte di queste tematiche l’Italia si dimostra carente e, laddove invece ci siano stati i primi concreti interventi, appare difficile monitorarli.
Molte città del nostro paese lavorano sul miglioramento di mobilità e trasporti, ma non basta. Serve elaborare un piano più completo e ben strutturato. L’economia circolare, infatti, non cresce abbastanza in fretta nella maggior parte delle zone abitative: impegnarsi nella raccolta differenziata non è sufficiente se poi non vengono promosse adeguate soluzioni per il riciclo dei rifiuti.
Alcuni importanti passi avanti sono stati fatti (in primis gli interventi di incremento del verde urbano e la diffusione dell’impianto fotovoltaico), ma spesso non è sufficiente. Manca ancora un vero e proprio cambio di passo. E soprattutto, sembra ancora esser assente una programmazione ben strutturata per quanto riguarda tutti i cambiamenti da mettere in atto.
Infine, analizzando parametri fondamentali come emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili, è possibile stilare una classifica parziale e temporanea della situazione tra le regioni italiane. Fra le regioni che sono più in linea con gli obiettivi europei, troviamo Campania, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria e Marche; chiudono invece questa graduatoria Toscana, Umbria, Lombardia e Veneto. Più o meno a metà, quindi, si trova l’Emilia-Romagna. In generale, appaiono esserci molte disparità: dalle emissioni in atmosfera alle energie rinnovabili, dal consumo di carbone al numero di automobili in circolazione.
La CO2lizione Italia: cos’è e quali obiettivi si è posta
Il 15 giugno 2022 è nata CO2lizione Italia, un’iniziativa sorta da oltre 60 aziende del Bel Paese che si sono poste fermamente l’obiettivo di intervenire in maniera adeguata e concreta per raggiungere la neutralità climatica. Queste aziende si impegnano quindi a modificare il proprio modello operativo e di business, orientandosi il più possibile verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti. In sostanza, le aziende che hanno aderito all’iniziativa si assumono maggiori responsabilità, consce dell’importanza e della delicatezza della situazione.
In modo tale da renderlo un vero e proprio obiettivo aziendale, questa nuova “filosofia” è stata integrata da ogni impresa anche all’interno del proprio Statuto Societario.
Ovviamente, l’idea di CO2alizione Italia è quella di allargarsi sempre più, inglobando altre aziende del paese e convincendole ad aderire a questa iniziativa che oggi deve avere la priorità su tutto. È infatti necessario far fronte comune se si vuole raggiungere entro il 2050 i target di neutralità climatica fissati dall’Unione Europea.