Le conseguenze energetiche del remote working: ecco qualche idea per risparmiare sulla bolletta elettrica durante il lavoro a distanza

Da un punto di vista lavorativo, una delle principali conseguenze del Covid-19 risponde al nome di remote working (o lavoro a distanza), ovverosia quella modalità lavorativa che permette ai dipendenti di lavorare dove preferiscono.

Il remote working è un cambiamento che farà sempre un po’ parte di noi in futuro. Dopo il lockdown dovuto alla pandemia, molti lavoratori sono tornati in ufficio, ma non tutti. Tante aziende hanno compreso i benefici del lavoro a distanza – soprattutto da un punto di vista produttivo – e molte persone lottano per continuare su questa strada, almeno parzialmente.

Per molti lavoratori, questo netto cambiamento è stato un vantaggio – un vero risparmio in termini di tempo, energie e costi. Per altri invece, un po’ meno.

C’è però un aspetto che accomuna tutti coloro che – per scelta loro o dell’azienda – hanno sposato il lavoro da casa: l’aumento dei propri consumi energetici domestici, i quali ovviamente vertono tutti sulle spalle dei singoli lavoratori.

 

I consumi energetici dovuti al remote working

Inutile negarlo: la pandemia ha cambiato radicalmente le modalità di lavorare e studiare, passando rispettivamente al remote working e alla didattica a distanza. Oggi, svolgere a casa queste attività comporta notevoli differenze rispetto a quelle che erano le nostre abitudini fino al 2019.

Da un’analisi dei dati di “Tate”, società innovativa attiva dal 2018 nella vendita di energia elettrica e gas online, è emerso che nei primi 5 mesi di lockdown (marzo-luglio 2020) i consumi di energia elettrica sono aumentati di circa il 10% rispetto all’anno precedente (marzo-luglio 2019).

Inoltre, nello stesso periodo si è registrato un incremento di emissioni di circa 30 kg di CO2 in più per famiglia rispetto all’anno precedente: questo equivale all’ammontare di CO2 assorbita da un albero in un bosco – il suo habitat naturale – nel corso di un anno intero.

Il lavoro a distanza comporta un aumento dei consumi energetici e, quindi, della spesa complessiva per le utenze domestiche. Le maggiori spese sono dovute alle forniture di luce e gas, a cui va aggiunto il costo della connessione web di rete fissa, essenziale per poter lavorare e studiare da casa nel migliore dei modi. Questo cambiamento ha quindi conseguenze dirette sul bilancio familiare: alcuni studi stimano un aumento delle spese di 150/300 euro annui.

Cosa significa questo?

Molto semplicemente, che il remote working ha dei costi nascosti a cui in pochi pensano: l’aumento delle bollette domestiche rappresenta il suo lato oscuro. Il lavoro a distanza non aumenta consumi ed emissioni in assoluto, ma implica senza dubbio dei costi importanti per chi trascorre la sua intera giornata lavorativa – o scolastica – a casa.

Ergo, dobbiamo sentirci ancor più responsabili del modo in cui gestiamo l’energia domestica.

Nonostante ora le aziende stiano cominciando a richiamare in massa i propri dipendenti in ufficio, in futuro è previsto un sempre maggior utilizzo del remote working. Per questo motivo – e per cercare di ridurre il più possibile l’impatto ambientale – è necessario monitorare i consumi energetici e cercare di risparmiare.

Come risparmiare energia durante il remote working

È quindi fondamentale ridurre gli sprechi di energia. Il cosiddetto Bonus Smartworking concesso dallo Stato è un aiuto importante, ma non di certo la soluzione a lungo termine.

Ecco quindi qualche spunto per risparmiare energia durante il lavoro a distanza.

  • Scegli una tariffa competitiva. Monitora il mercato, fai attenzione alle “false” promozioni e scegli l’operatore che meglio soddisfa le tue esigenze energetiche;
  • Monitora gli elettrodomestici. Lo sapevi che qualsiasi dispositivo elettronico che abbiamo in casa consuma energia anche quando è inutilizzato in stand by? Fai attenzione, questo errore potrebbe costarti una spesa superiore del 20%. Ricordati sempre di staccare dalla rete casalinga tutti gli apparecchi non in funzione;
  • Imposta il riscaldamento a 18-20 °C. Lo sapevi che ogni grado aggiuntivo usa in media un 10% di energia in più? Quando possibile, quindi, abbassa la temperatura;
  • Utilizza dispositivi ad alta efficienza energetica. Nel caso di strumenti lavorativi, chiedi alla tua azienda di ricevere apparecchi (pc, tablet, smartphone) più nuovi ed efficienti;
  • Scegli lampadine a risparmio energetico, come ad esempio le lampade a LED. Sapevi che l’illuminazione della tua casa può ammontare al 10/15% del consumo energetico annuo? Le lampadine a LED possono invece ridurre il tuo consumo di un quarto;
  • Utilizza lavaggi a basse temperature;
  • Serviti di applicazioni digitali per la gestione della tua casa: trasforma la tua abitazione in una smart home con un sistema integrato di controllo, così da impiegare l’energia solo dove e quando serve.

 

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